Cultura

Il libro che ha previsto l’11 settembre. Guerra alla cinese

Nel 1999 due colonnelli di Pechino scrivono un saggio in cui descrivono le nuove forme di conflitti. Gli esperti dell’ambasciata Usa lo avevano letto. Inutilmente (Barbara Pianca)

di Redazione

I nuovi Clausewitz sono nati in Cina. Si chiamano Qiao Liang e Wang Xiangsui. Nel 1999 i due hanno dato alle stampe un manuale sulle modalità di conflitto del nuovo millennio, manuale che si è guadagnato l?interesse e l?accusa di aver sobillato i criminali alla Bin Laden ad attaccare l?Occidente. Nel 2001 il libro è uscito anche in Italia con il titolo Guerra senza limiti. L?arte della guerra asimmetrica fra terrorismo e globalizzazione, per mano di una piccola casa editrice friulana (Editrice Goriziana). E gli autori non sono due qualsiasi: uno è vice direttore dell?Ufficio produzione del Dipartimento politico dell?aeronautica militare cinese, l?altro è colonnello nell?Unità politica dell?aviazione militare della regione di Guangzhou. Pericolo giallo Ufficialmente il trattato dovrebbe esistere solo in cinese, e per uso dell?apparato militare di Pechino. In realtà ha fatto subito il giro dell?Occidente, tradotto in inglese. In Italia avrebbero dovuto venire a presentarlo i due autori, se un niet del ministero degli Esteri cinese non li avesse fermati. Così a Venezia, in occasione di Fondamenta, è accaduto che gli organizzatori hanno dovuto arrangiarsi all?ultimo momento, chiamando a parlare Fabio Mini. Il curatore della versione italiana dello scottante manuale, ma anche il Capo di Stato maggiore del Comando forze alleate del Sud Europa. Ma cosa contiene di così scottante il libro dei due esperti cinesi? Nelle previsioni sugli scenari futuri di guerra, gli autori fanno riferimento, per lo sviluppo dei conflitti, all?utilizzo di armi non tradizionali come gli aerei di linea. Tutto questo ben prima dell?11 settembre, anticipando così le mosse di Bin Laden. Ma il generale Mini suggerisce, invece, di concentrarsi sulla rilevanza dei contenuti dell?analisi piuttosto che sulle sue potenzialità sovversive. Qiao Liang e Wang Xiangsui definiscono le guerre che abbiamo conosciuto sinora, di tipo simmetrico e lineare, in corrispondenza all?approccio razionale tipico dell?Occidente e che l?Occidente ha sempre imposto nei suoi confronti armati, anche con l?Oriente. La rivoluzione copernicana dell?arte della guerra si concentrerebbe nella parola chiave ?tecnologia?. Che entra nella guerra e ne cambia silenziosamente l?essenza, dilatandone i confini. Il nuovo modello di conflitto non sarà più puramente militare, ma utilizzerà ogni forma di attacco finanziario, telematico o di tipo terroristico, privando la guerra delle sue caratteristiche di simmetria e linearità. Un avvertimento Parole profetiche, visto che, de facto, il conflitto con cui si è aperto il XXI secolo è decisamente di tipo asimmetrico e alineare, spoglio di limiti spaziali temporali e perfino di obiettivi. Ecco l?arrivo della guerra irrazionale in cui gli americani si preparano a combattere contro l?ignoto, contro «avversari che non sono ancora arrivati a sfidarci» (sono le parole testuali di Donald Rumsfeld, segretario alla Difesa statunitense). Nel libro si mette in chiaro l?idea che tutti abbiamo paura senza che ci sia un contenuto preciso di riferimento, un po? come il timore del buio. L?Occidente ha paura del terrorismo, che è dappertutto e in nessun luogo, l?Oriente teme un intervento bellico statunitense, che potrebbe accendersi contro uno qualsiasi dei loro Stati. Un report datato febbraio 2000, e redatto dall?ambasciata americana a Pechino, aveva analizzato per filo e per segno i contenuti inquietanti del libro. Un altro piccolo avvertimento che gli Usa e i suoi leader avevano sottovalutato, certi della propria invulnerabilità. www.fas.org/nuke/guide/china/doctrine/WEBRES4.htm Barbara Bianca


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